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UNO SU DUE CE LA FA: LA TERAPIA CON AMOXICILLINA + ACIDO CLAVULANICO E IL DRASTICO CALO DEI BIFIDOBATTERI INTESTINALI

Only one in two can survive

È noto che molti prodotti farmaceutici siano in grado di influenzare il microbiota intestinale dell’uomo. In particolare, l’impatto degli antibiotici sull’ecosistema intestinale viene spesso paragonato a quello di una bomba atomica in grado di devastare l’ambiente circostante senza discriminazione. Questa metafora è particolarmente calzante quando si parla di antibiotici ad ampio spettro che hanno la capacità di eliminare sia i batteri Gram-positivi sia quelli Gram-negativi, sbarazzandosi, quindi, tanto di possibili patogeni, quanto di batteri buoni che popolano il nostro intestino e svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’eubiosi, la condizione di ideale equilibrio.

L’Amoxicillina è sicuramente uno degli antibiotici ad ampio spettro maggiormente prescritti, soprattutto per bambini e adolescenti. Quando l’Amoxicillina da sola non è in grado di risolvere un’infezione batterica si rivela necessario somministrare Amoxicillina + Acido Clavulanico la cui aggiunta amplifica ulteriormente lo spettro d’azione dell’antibiotico, esercitando un’attività battericida anche su alcuni batteri più evoluti che hanno sviluppato meccanismi di resistenza nei confronti dell’Amoxicillina.

Tra i batteri buoni più “sensibili” all’attività dell’Amoxicillina spiccano i bifidobatteri, i primi colonizzatori dell’intestino infantile nel quale hanno una presenza quasi esclusiva. Essi hanno un impatto su importanti attività immunomodulatorie nell’ospite nelle primissime fasi della vita e influenzano la fisiologia dell’ecosistema intestinale attraverso le loro attività metaboliche.

La sensibilità delle specie bifidobatteriche è stata dimostrata da numerose valutazioni in vitro. Tuttavia, sono disponibili pochissimi dati in vivo e quindi si hanno solo conoscenze limitate relative agli effetti dell’Amoxicillina da sola o in combinazione con l’acido clavulanico sulle comunità bifidobatteriche che risiedono nell’intestino umano.

È proprio partendo da questi presupposti che recentemente un gruppo di ricercatori riconducibili per la maggior parte al laboratorio di Probiogenomica dell’Università di Parma ha condotto un interessante studio* per esplorare l’impatto di Amoxicillina + Acido Clavulanico sul microbiota intestinale di 23 bambini e confrontarlo con quello di 19 bambini sani che non erano stati trattati con antibiotici nei 6 mesi precedenti (gruppo di controllo).

I risultati hanno indicato una drastica riduzione dei batteri nei bambini trattati con Amoxicillina + Acido Clavulanico rispetto al gruppo di controllo, comportando il dimezzamento del contenuto totale di bifidobatteri.

Il bombardamento antibiotico crea un vuoto nel microbiota intestinale e quel che spesso purtroppo accade è che lo spazio prima occupato dai bifidobatteri eliminati viene in seguito occupato da batteri tendenzialmente nocivi che crescono a dismisura. Per questo è importante salvaguardare l’equilibrio del microbiota per mantenere uno stato di equilibrio facendo “rifornimento” di batteri benefici attraverso l’assunzione di probiotici di qualità.

* Mancabelli L, Mancino W, Lugli GA, Argentini C, Longhi G, Milani C, Viappiani A, Anzalone R, Bernasconi S, van Sinderen D, Ventura M, Turroni F. Amoxicillin-Clavulanic Acid Resistance in the Genus Bifidobacterium. Appl Environ Microbiol. 2021 Mar 11;87(7):e03137-20. doi: 10.1128/AEM.03137-20. PMID: 33483308; PMCID: PMC8091617.